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Dario Polletti

Racconta la sua vendetta

[...]Mi trovai di nuovo in casa mia, nella stalla più precisamente. Sotto la greppia tenevo nascosto il fucile da caccia che non era solito mentirmi; lo caricai a pallettoni, uscii di nuovo e camminai quando già la notte, a levante, stava lottando con i primi albori che sopravvenivano all'orizzonte.
Ad ogni modo qualcuno doveva pur pagare l'assassinio di Modesta e di Gloriano e dopo fosse stato di me quel che doveva essere. Che senso aveva la mia vita ormai?
Scesi verso il torrente che costeggia la via, prendendo poi a risalirlo cautamente dalla parte dei campi, oltrepassai tutta la colonna ed andai ad attraversare il torrente e la via alla passerella del Mulino, ridiscesi un po' e scelsi, per appostarmi, un cespuglio alto e intricato fra le piante dietro una curva. La strada correva come un terrazzo tortuoso. Dalla mia parte c'era il bosco in posizione elevata rispetto al fondo stradale, dall'altra parte c'era la siepe con sotto, un metro o più, i campi. Proprio sul ciglio della curva, poco discosto dal mio nascondiglio, c'era infisso un grosso palo con un altro dei loro cartelli: sapevo quel che c'era scritto. Provai perfino un senso di piacere, in tanta disperazione, ad esserci io a dar sostanza a quel segnale.
"E va bene; io sono un bandito. Attenti a voi che trucidate le donne e i bambini, uomini d'onore!"
Ecco il rumore d'una motocicletta che s'avvicina.
L'aspettavo perché non m'era sfuggito che ad intervalli irregolari passava e ripassava un side-car con due soldati a bordo, che, per forza, dovevano essere i portaordini. Prima d'abbordare la curva, a pochi passi da me, il veicolo ebbe un rallentamento. Vidi la sagoma del guidatore e sparai... II conducente allargò le braccia e la moto continuò la sua corsa venendo a sbattere sul costone del bosco, dove il motore si spense. L'uomo, sbalzato a terra dall'urto, rimase immobile.
L'altro prese ad annaspare con le braccia. Con precisione fredda lucida crudele lo centrai e lo feci secco.

(Brano tratto da: "La Resistenza nei versanti tra l'Arno e la Chiana" di E. Succhielli -Tipografia Sociale 1979)