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Nome e cognome:  Ciarpaglini Giovanni
Paternità:  Ferdinando
Anno di nascita:  1899
Comune di nascita:  Marciano (Grosseyo)
Residenza:  Cavriglia
Partito politico:  comunista
Attività lavorativa:  minatore - imbianchino
Biografia:
Giovanni Ciarpaglini
Nato a Magliano in Toscana (Grosseto), il 23 febbraio 1899, rimase orfano ad appena cinque anni e venne accolto ed affiliato, a Castelnuovo dei Sabbioni, dalla famiglia del colono Gaetano Butini.
Già a quattordici anni, come altri ragazzi di Castelnuovo, cominciò la propria carriera di minatore e, dopo la prima guerra mondiale, riprese l’attività nella miniera. Si iscrisse al partito socialista ed entrò in contatto con altri militanti, tra cui Priamo Bigiandi.
Aderì al Partito Comunista fin dalla scissione di Livorno del 1921.
Venne arrestato, processato e condannato a dodici anni e cinque mesi di reclusione sotto l’accusa di aver preso parte, insieme ad altri minatori del luogo, ai fatti di sangue avvenuti, il 23 marzo 1921, a San Giovanni Valdarno in risposta a un’aggressione fascista.
A seguito dell’amnistia del giugno 1926 fu scarcerato e sottoposto a libertà vigilata, ma proseguì comunque la propria attività politica clandestina come "corriere" del partito comunista sotto la copertura offerta dal suo impiego come cameriere presso i principi Pignattelli di Napoli.
Rientrato a Castelnuovo dei Sabbioni nel 1928, ma impossibilitato a trovare un impiego, emigrò in Francia dove, fu utilizzato, dal “centro estero” ancora una volta come "corriere" per fornire passaporti falsi ai militanti.
Arrestato per attività nociva agli interessi nazionali nel 1932, durante un suo viaggio in Italia, venne inviatoal confino nell’isola di Ponza per 5 anni.
Nell’isola fu nel comitato direttivo dei confinati comunisti di Ponza e prese parte ad una protesta organizzata contro la condizione dei confinati che gli costò il trasferimento a Ventotene. a Castelnuovo dei Sabbioni, tornò nel 1938 e già all’indomani del 25 luglio 1943, riprese il proprio ruolo di dirigente antifascista.
In rappresentanza del partito comunista fece parte del Comitato Provinciale di Concentrazione Antifascista di Arezzo. Nel periodo della carcerazione di Sante Tani, in accordo con la curia vescovile di Arezzo, mise a disposizione una forte somma di denaro destinata a corrompere i carcerieri del dirigente del CLN aretino e dei suoi compagni, ma il tentativo si concluse tragicamente.
Nell’autunno del 1945 fu segretario provinciale del partito comunista ad Arezzo e dal 1947 fu designato Presidente della Deputazione Provinciale. Nel 1951, con le prime elezioni democratiche alla Provincia, fu eletto presidente di quest’ente, carica che conservò fino alla morte avvenuta a Livorno nel1953.

Nota biografica e cenni sull'attività clandestina di Giovanni Giarpaglini contenuti nel fascicolo personale presso il Casellario politico centrale
[...] Ciarpaglini Giovanni fu Ferdinando e fu Fabbri Giulia nato a Magliano (Grosseto) il 24 febbraio 1899, domiciliato a Cavriglia in Frazione Castelnuovo dei Sabbioni, celibe, imbianchino - Comunista.
Cenno biografico al giorno 3 gennaio anno 1933:
Di elementare istruzione, ma di discreta intelligenza e di buona educazione, malgrado le origini modeste. Non si hanno notizie sui precedenti di famiglia. E' stato allevato dal colono Butini Gaetano, tuttora residente a Castelnuovo dei Sabbioni. Non ha ricoperto cariche pubbliche. E' stato iscritto dal 1919 al partito comunista, e ne ha sempre professato le idee con convinzione; in Valdarno si fece notare come elemento violento e facinoroso. Prese parte ai moti rivoluzionari avvenuti nel marzo 1921 a Castelnuovo dei Sabbioni; arrestato, venne condannato per correità in omicidio e mancato omicidio ad anni 12 e mesi 5 di reclusione con sentenza della Corte di Assise di Arezzo 12 luglio 1923. Non terminò di scontare la pena per sopravvenuta amnistia.
Dimesso dal carcere il 17 giugno 1926, venne sottoposto alla vigilanza speciale per un anno. Nel 1928 trovandosi a Napoli quale cameriere, sussidiò il suo conterraneo e compagno Fratini Settimio, allora detenuto politico.
Rimpatriato con foglio di via obbligatorio da Napoli con diffida a norma dell'art. 158 dell'ultimo capoverso Legge di P.S.; nel giugno 1929 si allontanava quasi subito da Castelnuovo dei Sabbioni, espatriando clandestinamente in Francia e precisamente a Parigi. Colà si pose in contatto con compagni comunisti e con funzionari del partito stesso, passando così al servizio diretto dell'organizzazione comunista, come corriere. Nella primavera del 1932 dette incarico a tal Prini, non meglio conosciuto, di recapitare al socialista Bottai Secondo che doveva rientrare in Italia un passaporto falso da consegnare al compagno Fratini Settimio a Castelnuovo dei Sabbioni. Malgrado che il Ciarpaglini si mantenga negativo su tale circostanza, ciò risulta in modo indubbio dalle dichiarazioni rese sia dal Bottai che dal Fratini entrambi arrestati. Il Bottai infatti assolse l'incarico, ed il Fratini partì col passaporto falso ma venne arrestato alla frontiera. Nel luglio 1932 il Ciarpaglini ricevette l'incarico da un funzionario comunista di recarsi in Italia per consegnare ad un compagno di Bergamo la somma di lire 2000. Munito di passaporto svizzero falso a nome di Muret Charles, si recò effettivamente a Bergamo senza riuscire a trovare la persona; si mise di nuovo in viaggio il 29 luglio per fare ritorno in Francia, ma alla frontiera di Domodossola venne arrestato. Per la sua attività nociva agli interessi Nazionali e quale elemento pericoloso per l'ordine dello Stato, a norma dell'Articolo 181 della legge di P.S. con ordinanza della Commissione Provinciale di Arezzo del 12 dicembre 1932 è assegnato al Confino di Polizia per anni 5. Destinato dal Ministero a Ponza, vi è stato tradotto l'8 gennaio 1933 [...].
Giovanni Ciarpaglini cartella