Racconti tratti da
E io ero Sandokan. Sguardi partigiani,
di Lorenzo Nasi, Arti grafiche Cianferoni, Stia (Ar) 2011
Fulmine - Dante Poggi (Stia)
Io lavoravo in fabbrica. Mi presero quando ci furono i fatti di Vallucciole. Io andavo a lavorare, la mattina ci facevan passare per andare a lavorare e a mezzo giorno invece ci presero le SS da Vallucciole. Ci presero e ci portarono qua alle scuole. Dalle scuole ci portarono al comando, distretto di Poppi per vedere. Ma noi però s’era fatto l'esonero perché si lavorava in una fabbrica che lavorava per il Governo, si faceva i tessuti...Di lì, da Poppi, ci mandarono al comando tedesco a Borgo alla Collina. Insomma tra una cosa e l’altra ci rimandaron via la sera dopo le sei. Ci s’aveva tutti gli incartamenti…Ma s’arivò a casa e fu d’accapo un'altra volta. E allora s’andò alla macchia. S'era una novantina, parecchi, e una venticinquina ereno di Stia. Io ero nella Brigata Pio Borri accampati a Casa Vecchia di Prata Riccia, sopra Vallucciole. Da lì poi se passò al Pratomagno, ero con Lupo e il Fani. Lassù comandava il Fani, a Casa Riccia c'era il Tellini. Piano piano se veniva in su e si liberava tutti i paesi da Arezzo fino a Stia. Quando s’arivò a Stia se liberò il paese. Mi ricordo lo scontro nella Sova quando s’era a Poppi. S’era accampati a Poppi e venne un giovanotto che ci dice:
“I tedeschi l'han portato via ‘gnicosa…” Allora e si fece tre pattuglie. Si riuscì a prendere questi tedeschi e si riportarono a Poppi. A Poppi li riconobbero tutti; c'era quelli che gli avean portato via la roba, orologi, tutto...Per altro non si sparò perché si arresero subito...
“Kaput no, Kaput no”. Ci dicevano…
Di lì se portarono in su e poi si resero...c'era l'inglesi, ce pensaron loro. Un altro episodio, quando si faceva la pattuglia che veniva fino a qui sopra Cecco e si vedeva tutto Stia. S'arivò lì, a Poggio al Vento, un casolare. Avevano ammazzato una vecchietta, aveva più di ottanta anni in fondo alle scale. Anche lì si presero. Gli s’andette dietro e si chiapparono e anche allora si dettero agli inglesi. Poi da lì se venne su a Stia. In quell’occasione io presi la Machine Pistol; avevano diverse armi e se presero tutte le armi. Poi andavo anche in Romagna. In Romagna facevo la staffetta con la Bianchina del Mulino. Diverse vorte siamo partiti a fare la staffetta. Si partiva di lassù e s’indava a Santa Sofia e Premilcuore. Io ebbi anche fortuna una volta, quando s’era a Bibbiena che c'era gli inglesi che volevan venire quassù: vennero lì per sentire chi era disponibile per falli strada, su verso Papiano. C’era un certo Ristori, un certo “secondino” e un certo Cocchetti questi era di Papiano ...andarono loro. Fu la mia fortuna perché poi li presero. Al Ristori con una smitragliata lo uccisero, gli altri li presero e li portarono in Germania...ebbi fortuna. Ma io non avevo paura. Mi chiamavo “Fulmine”…per via che ero veloce, correvo…Forse l’ero anche troppo spregiudicato. S’era giovani allora, avevo diciannove anni. Io l'ho sempre scampata bene. L'era così, era la guerra…s’era giovani. Ma se n’è passate troppe…