Racconti tratti da
E io ero Sandokan. Sguardi partigiani,
di Lorenzo Nasi, Arti grafiche Cianferoni, Stia (Ar) 2011
Marianna - Giuseppe Milani (Bibbiena)
L'8 Settembre ero già militare…C'ero andato l'ultimi giorni di Agosto, sicché ancora c'avevo la valigia coi vestiti in borghese. Arrivati ad Arezzo, addirittura i tedeschi ci liberarono dalla caserma dove c'era i militari italiani che un ce volevan fare uscire. Poi dopo quando si arrivò a Firenze col treno, ce dissero…“fermi c'è i tedeschi che portan via”. Sicché mi rimisi i vestiti borghesi. Fa conto che avevo la zucca pelata, mi avevano già tagliato i capelli e perciò se vedeva da un chilometro ch'ero militare...Poi trovai gente di Bibbiena e da Bibbiena…s’andò in montagna con il Sacconi. Il Sacconi era di Bibbiena. Si sapeva che c'era e a un certo momento, mi ricordo, se decise, in tre o quattro ragazzi giovanotti d'andare su in montagna. Però ce voleva le armi e le armi un s'avevano sicché s’andette a cercalle. A un certo momento se venne bloccati da un alt senza vedere niente. Ce se fermò e c'era la compagnia di Vecchioni che poi ce portò su al comando dove c'era il Sacconi che comandava Monteborgnoli. Si salì a monte di Monteborgnoli, s’andette poi verso il Pratomagno e sarivò a un paesetto sopra Carda dove trovammo anche degli sfollati. Mi ricordo dell’episodio giù al Ponte alle Lame: una battaglina...una battaglina...una battagliona. S’era fatto un prigioniero tedesco e uno ferito che si portò con noi, poi però morì e si mise vicino lì al cimitero. Le Lame sarebbe quella strada che se va a Raggiolo. S’attaccò contro un convoglio che erano due o tre camion tedeschi che andavano verso Raggiolo. E li se misero nel mezzo e insomma, se fecen fora quasi tutti. Quelli che rimasero se baltò il camion nel fiume, e dopodichè se rientroe verso il Pratomagno. Fu li che “trovai” la mia arma, una Machine Pistole che presi ad un tedesco.
Dopo poi s’andette a cercare da mangiare e se trovò degli sfollati di Bibbiena…“non s'ha niente noi” ci dicono “ma ieri l'altro l'è morta ‘na pecora...“l'è belle sotterrata”. Allora si prese i picconi e siccome era sotterrata non tanto profonda se tirò fori. Se tirò fori, se spellò…mi ricordo che cominciava un pochino a odorare e così portarono dell'aceto, se lavò e poi se prese e se mangiò. Si mise a fuoco con l'olio. Io ero inquadrato nel 28^ Brigata Pio Borri comandata dal tenente Sacconi, Gruppo Casentino che poi era distaccato nel Pratomagno, prima a Monteborgnoli, che sarebbe sotto il Pratomagno. Successivamente ero sotto Potente che però andette via, doppo un pezzo insomma, ed entrò a Firenze e noi se venne in sue, sul Pratomagno. Poi se passò il fronte nel Valdarno, a Lanciolina su nel versante de là del Pratomagno. Se scese nel Valdarno, e qui, mi ricordo, ce se trovò in cattive acque perché s’entrò tutti in un campo minato e uno in fondo ce disse “ ooh attenzione che il campo è minato “ e allora ce se rese conto e se ritornò tutti indietro a rimettere i piedi dove s’eran messi e poi se girò e s’andette a Campogialli. A Campogialli se trovò l'americani. E questo è un episodio buffo. Noi se credeva che fossero polacchi e allora se cominciò entrando cantando Bandiera Rossa e s’ebbe vai...mancapoco c’amazzon tutti. Noi se credeva che essendo polacchi...poi invece, l'eran polacchi ma l'eran polacchi fatti prigionieri che erano scappati. Poi s’andette giù nel piano e lì combattevano verso Firenze. L'inglesi andavano…gli inglesi, gli indiani più che gli inglesi, che si chiamano “Skinner’s Hors” andavano verso Firenze e a noi ci ripresero, ci caricarono nei carri armati. Da Arezzo se venne su con gli inglesi ma noi avanti insieme alla compagnia del Vecchioni. Il mio nome di battaglia era Marianna, come la mia mamma.