Arioldo Arioldi
Arioldo Arioldi, nato il 30.11.24 a Sansepolcro, prestava
servizio militare nei Vigili del Fuoco ad Ariccia quando
dopo l’ 8 settembre riusciva a sottrarsi ad un rastrellamento
tedesco e tornare con mezzi di fortuna a Sansepolcro.
Rifugiato da vicini, prendeva contatti con Gallorini, noto
antifascista aretino già confinato a Navelli, che
a nome del Comitato Antifascista lo accompagnò al
Ponte alla Piera. Successivamente Airoldi, con i compagni
di Sansepolcro Eduino Francini, i fratelli Della Rina, Leonardo
Salvi, Athos Fiordelli e altri, costituiva la prima banda
partigiana nell’Alpe della Luna (ottobre-novembre
del 1943) assumendo il nome di battaglia di “Uno”.
La banda aumentò di numero e pur male armata compì
operazioni partigiane nella zona.
Significativo il fatto d’armi accaduto a Sansepolcro
il 19.3.1944 quando la banda, durante uno spostamento verso
Spoleto per ricevere armi dalla formazione Melis, ebbe uno
scontro armato a Sansepolcro con fascisti locali. Rimasti
padroni della piazza i partigiani inscenarono una manifestazione
per la città cantando inni patriottici e popolari
da una corriera del Baschetti. Arrivati notevoli rinforzi
repubblichini, la formazione fu costretta al ritiro, e registrò
feriti tra i quali il comandante Nanni Ermete curato da
un medico locale prelevato dall’ Airoldi tornato sul
posto.
La banda inseguita si rifugiò, per lo stato precario
di molti partigiani, nella Villa Santinelli di Trestina.
La Villa fu assaltata dai fascisti il 25.3: notevole fu
lo scontro a fuoco e numerose furono le perdite arrecate
dai partigiani ai repubblichini. Rinforzi tedeschi, con
autoblindo, mortai e armi automatiche annientarono la banda
fucilando sul posto nove partigiani. Airoldi e altri riuscirono
a salvarsi nella campagna circostante.
Dopo varie peripezie, tra le quali una rocambolesca fuga
dal treno in corsa diretto a Sansepolcro, Airoldi si associò
alla banda degli slavi che operava nel territorio di Caprese.
Gli slavi erano fuoriusciti dal campo di Renicci e comandati
dai fratelli Bordon, Rado e Dusan (di cui uno morto nello
scontro dei Caroni).
Successivamente “Uno” fu chiamato a formare,
con il grado di sottotenente, un Distaccamento, gruppo separato
che operava nella zona del Ponte alla Piera incorporato
nella Brigata Garibaldina Pio Borri comandata dal cap. Siro
Rosseti ed effettuò numerose azioni militari e attività
partigiane fino alla liberazione di Arezzo.
Dopo la guerra Airoldo Airoldi si arruolò nel Corpo
delle Guardie di Pubblica Sicurezza in servizio a Genova
e ci rimase ininterrottamente fino al pensionamento.
Successivamente Airoldi ha ricoperto l’incarico di
Assessore al Comune di Capolona nel cui territorio vive
tuttora.
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