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RAPPORTO INFORMATIVO COMPILATO DAL MAGGIORE IN S.P.E. CESARE CAPONI, COMANDANTE DEL RAGGRUPPAMENTO « VALLUCCIOLE »

Ho avuto alle mie dipendenze lo studente universitario PIO BORRI, fu Francesco e di Maria Lazzeri, nato a Grosseto l'8 maggio 1923 e domiciliato in Arezzo - via Ricasoli, 8 - quale componente della prima formazione di partigiani da me organizzata in località Vallucciole, a nord di Stia (prov. di Arezzo), alle falde del Monte Falterona, verso il 20 ottobre 1943. Il Borri fu tra i primi a presentarsi, mostrandosi, tra tutti, il più convinto della nobiltà dello scopo che ci riuniva, il più ardente sostenitore degli ideali di giustizia e di libertà, il più impaziente ad imbracciare le armi e ad operare contro i nazi-fascisti. Pur non avendo mai fatto il militare in quanto esonerato perché studente universitario, nei giorni che rimase nella formazione, sopportò brillantemente e con imperturbabile allegria, che comunicava anche ai compagni, notevoli disagi. Per più giorni dormì insieme ad un gruppo di ex prigionieri inglesi in una baita di montagna senza porta e senza imposte, aperta a tutti i venti e senza paglia (nella zona era già caduta neve abbondante). Con i piedi piagati, perché non abituato alle marce, e .febbricitante per i disagi cui non era abituato, continuò a fare il suo servizio sempre sereno e sorridente, anzi era il Borri che, con le sue battute spiritose, portava sempre fra noi tutti, il buon umore. Nella notte dal 9 al 10 novembre fece volontariamente parte di una squadra che doveva ricuperare un carico di viveri (circa 40 quintali) inviatoci dal Comitato clandestino antifascista di Arezzo di cui era presidente il prof. Antonio Curina, attuale sindaco di Arezzo. Durante la notte, tornò dalla missione, inviato dal comandante della squadra, per riferirmi che nella località dove era stato nascosto il carico di viveri (Molino di Bucchio) si aggiravano pattuglie di militi repubblichini. Io allora inviai una squadra di rinforzo con l'ordine di ricuperare i viveii durante la notte, agendo all'occorrenza, con azioni di forza. Tra l'altro il Borri mi riferì che si sentiva febbricitante ed aveva un tortissimo mal di testa. Al mio invito a restare all'accantonamento per riposarsi, egli rispose pronto e deciso: « No, no! Alla prima azione importante della banda, voglio partecipare anch'io in tutti i modi ». E parti per compiere la missione affidatagli. Facendo parte di una pattuglia di punta, avvicinatosi al Mulino di Bucchio, gli fu intimato « l'alto là » da uomini nascosti sui fianchi della strada. Egli si gettò prontamente a terra, e reagì col fuoco all'intimazione, ma venne subito investito da una raffici di mitra che lo ferì gravemente, causandone poco dopo la morte. L'organizzazione e la costituzione del Gruppo Partigiani « Valluccione » risulta nella dettagliata relazione a suo tempo inviata dal Comandante del Presidio di Arezzo al Comando Militare Territoriale di Firenze. Il Borri, con il nobile sacrificio della sua vita, ha lasciato sola la mamma, già vedova da tempo e della quale egli era l'unico sostegno morale e materiale. Pertanto propongo che alla stessa venga corrisposta la pensione privilegiata di guerra, avendo essa perduto il figlio in combattimento contro i nazifascisti.

Arezzo, 5 luglio 1945

IL MAGGIORE DI FANTERIA IN S.P.E.
f.to Cesare Caponi