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Aldo Ducci

Aldo Ducci Aldo Ducci nasce ad Arezzo il 16 luglio 1923; figlio di Ciro Ducci e Maria Giani, esce da una famiglia della piccola borghesia impiegatizia.
Conseguita nel 1941 l'abilitazione magistrale ed intrapresa la carriera di maestro elementare, entra a far parte del gruppo liberalsocialista di Arezzo, che fa capo ai professori Carlo Salani ed Antonio Curina e che confluisce di lì a poco nel Partito d'azione. Mosso da una straordinaria passione civile, partecipa giovanissimo alla Resistenza, prendendo parte come azionista alla costituzione del primo Comitato di liberazione cittadino, presieduto dall'avvocato Sante Tani. Nel novembre 1943 viene arrestato come «politico» ed associato al carcere di S. Benedetto, ma torna poco dopo in libertà. Dopo la liberazione di Arezzo (16 luglio 1944), ricopre la carica di segretario del Comitato di liberazione e poi di commissario per gli alloggi, mentre il padre Ciro dall'agosto 1944 fa parte in veste di assessore azionista della prima giunta postbellica, guidata dal sindaco Curina.
Nel 1947, a seguito dello scioglimento del Partito d'azione, si iscrive al PSI, di cui diviene segretario provinciale l'anno successivo. Espulso dal partito nel 1950, insieme a tutto il gruppo degli ex azionisti in grave dissenso con la linea filosovietica del segretario nazionale Pietro Nenni, prima dà vita anche in Arezzo al PSU e poi aderisce ad Unità Popolare collegata con il gruppo fiorentino facente capo a Pietro Calamandrei e Tristano Codignola. Nel 1951 si iscrive anche al Grande Oriente d'Italia (massoneria di Palazzo Giustiniani).
Nel 1953, grazie ad una borsa di studio, si iscrive al Magistero di Firenze dove è alunno di Ernesto Codignola. Nel 1957 consegue il diploma di vigilanza con uno studio sulla pedagogia di John Dewey e nel 1962 vince il concorso nazionale al posto di direttore didattico, professione che ha poi esercitato con assiduità fino al 1986. Nel 1959 si è intanto sposato con l'insegnante di scuola elementare Pia Caporali; dal loro matrimonio nasceranno due figli: Elena e Piero.
Eletto consigliere del Comune di Arezzo nel 1956 nella lista socialista, rientra a tutti gli effetti nel partito alla vigilia del congresso di Venezia del 1957, anno in cui diventa assessore nella Giunta Vinay. Nel 1963 viene eletto sindaco del Comune di Arezzo, al termine della crisi aperta dalle dimissioni del suo predecessore. Nel 1966 si dimette dalla carica di sindaco e viene nominato segretario provinciale del Partito socialista unificato; nel 1969, al momento della scissione socialista, resta nel PSI.
Eletto per nove volte consigliere del Comune di Arezzo, siede in consiglio comunale ininterrottamente dal 1956 al 1995. E' nominato sindaco della città per ben sei volte, ricoprendo la carica dal 1 agosto 1963 al 22 marzo 1966 e dal 12 luglio 1970 al 28 giugno 1990, guidando una maggioranza PCI-PSI, occasionalmente allargata al PSIUP poi PdUP (1964-1966 e 1970-1975), al PdUP poi DP (1975-1980) e al PSDI (1981-1985). In precedenza era stato assessore alla pubblica istruzione dal 1957 al 1963 e presidente della società di trasporto pubblico «La ferroviaria italiana» (LFI) dal febbraio 1969 all'agosto 1970, oltre che membro del Consiglio scolastico provinciale. Nella sua qualità di sindaco di Arezzo, Ducci è anche vicepresidente della sezione regionale toscana dell'ANCI (Associazione nazionale dei Comuni d'Italia) e segretario della sezione toscana della Lega per le autonomie ed i poteri locali.
Iscritto dalla costituzione all'Associazione nazionale partigiani d'Italia (ANPI), nel 1970 diviene presidente del comitato provinciale di Arezzo, poi membro del comitato nazionale ed infine, nel 1979, viene nominato segretario nazionale, svolgendo un'intensa attività di editorialista politico sul mensile dell'ANPI «Patria Indipendente».[...]

Aldo Ducci, Per un avvenire migliore, a cura di Luca Berti, Arezzo, PAN, 1997