Lettera a Maria
Carissima adorata Maria,
quando leggerai questa mia, io sarò molto lontano.
I nemici della nostra Italia avranno compiuto un misfatto
di più. La mia vita giovanile sarà stata momentaneamente
troncata da incoscienti e maligni, i quali con qualsiasi
pretesto o causa, hanno cercato di allontanarsi dalle persone
più amate e più care. (Segue con frasi amorose
e rivolto alla ragazza, molto religiosa, di trovare conforto
nella preghiera e prosegue).
Tu che sei la prima persona alla quale abbia dato il cuore,
tu che per me sei tutta la vita, il sole ed il mio vivere.
Quando la tua mente coinvolta in una rissa di mille e mille
supposizioni, quando un infinità di domande ti assilleranno
il cervello, io avrò fatto molta strada, forse sarò
lontano in un campo di concentramento con l'accusa di «libero
pensatore», ma non temere.
«Arezzo, prigione pirata di libertà storica
ove l'anima tua va il balsamo dell'oblio per i suoi mali.
Quante amarezze in questa terra, quante iniquità
e prepotenze fanno sfoggio con tutta la loro titanica, quanti
miseri mortali molestano il prossimo loro per un solo scopo:
il proprio egoismo e quello di saperti sola e lontana, chissà
quanti giorni passeranno senza che io possa scriverti e
informarti di quanto può interessarti, chissà
quanto tempo starò senza riavere un tuo scritto.
Tutto questo mi accora moltissimo.
Non preoccuparti di me, sappi che il mio morale sarà
sempre alto. Qualunque cosa possa capitarmi io ti sarò
sempre accanto per far sì, di ritornare a te e compiere
finalmente il dovere che unirà per sempre le nostre
anime. Non disperare mai, aspetta sempre con fedeltà
e fiducia e vedrai che tutti i tuoi sacrifici, tutti i tuoi
pianti, saranno un giorno non lontano pagati con larghezza.
Cerca quando puoi di consolare i miei genitori ed abbi con
essi quella devozione che a me tanto è piaciuta e
in uno dei miei fratelli cerca di vedere il mio ritratto.
So che mi sarai fedele, nessun dubbio sorvola la mia mente,
rimani sempre come io ti ho amata con il frutto del nostro
amore.
Quando la malinconia mi stringerà fra le sue bramose
braccia penserò a te guardando la tua immagine dell'unica
fotografia che è in mio possesso, il dolore mi sembrerà
meno amaro e forse il mio cuore si calmerà. Per quanto
non sia, io dovessi mancare ai vivi, se i mei acerrimi nemici
dovessero uccidermi e farmi scomparire dal mondo, tu dovrai
agire diversamente, poiché io desidero la tua felicità
tu dovrai comportarti come si conviente ad una fanciulla
savia e saggia. Non dovrai per nulla astenerti da quanto
il Signore per noi ha predisposto. Non un ombra di mestizia
offuschi il tuo volto, la tua giovane età, il tuo
buon comportamento non faranno che aiutare il tuo animo
e le tue speranze, molti anni hai ancora dinanzi a te per
cui non ti sarà difficile trovare un uomo che ti
voglia veramente bene come io te ne ho voluto. Allora la
tua vita riprenderà il suo passo normale e nessun
pensiero ti opprimerà più. Questo è
il mio proposito e tutto quanto io desidero.
Non darti pena se io non fossi più... pensa che io
sarò più vicino che mai, i miei compagni non
mi rimenticheranno, io sarò sempre con essi e dal
cielo guiderò le loro mosse, come volgerò
lo sguardo verso la persona che ho più amato su questa
terra. Io non sarò morto, veglierò costantemente
su di te, affinchè si compia la tua felicità.
Sono contento di quanto mi è accaduto e lo sarei
stato maggiormente se avessi potuto fare molto di più
per il benessere del nostro popolo lavoratore. A questo
proposito mi giunge opportuna una bellissima frase di G.
Borsi: «Amore e Libertà per tutti» ecco
l'ideale per cui è bello donare la vita. Questa mia
lettera non deve fare altro che rialzarti il morale se esso
fosse stato scosso. Non temere per me. Agirò sempre
in modo tale da non incorerre a qualche altra più
grave pena.
Sono convintissimo che questo stato di cose non durerà
a lungo. I miei compagni più fortunati di me non
dormono. Essi vigilano costantemente per dare al momento
opportuno, il colpo che più converrà. Essi
ci libereranno dalla schiavitù impostaci per oltre
vent'anni da elementi inetti e traditori, i quali, vigliaccamente,
come se non bastasse loro il male fatto a tutto il popolo,
lavoratore, cercano ancora, per l'ultima volta di colpire
quei giovani che altra colpa non hanno, se non quella di
desiderare il bene d'Italia e del suo popolo proletario.
Termino il mio prematuro scritto, stringendoti fortemente
e baciandoti, tuo per sempre.
Dino.
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