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Galliano Gervasi

Galliano Gervasi Nato a Foiano della Chiana (Arezzo); falegname. Galliano Gervasi è una di quelle emblematiche figure di militanti comunisti che coprono, con la propria vita, due cicli della storia di quel partito: quella rivoluzionaria dei primordi e quella più pragmatica della lotta politica del dopoguerra. Militante nella Gioventù socialista fin dal 1917, aderì al Partito comunista dal momento della sua fondazione, nel 1921. Indiscusso dirigente comunista foianese, viene condannato per aver preso parte ai "fatti di Renzino" dell'aprile di quell'anno. Come è noto, a Renzino si verificò uno dei primi scontri a fuoco fra le squadre del sorgente fascismo e una variegata opposizione antifascista. Nello scontro restarono uccisi tre dei fascisti che da giorni compivano scorribande e violenze in Valdichiana. Gervasi fu fra i 107 arrestati, tutti dalla parte antifascista, ed al processo "pilotato" subì una condanna a 22 anni di reclusione, dei quali dovette scontarne 12, dedicando gran parte del tempo trascorso in carcere allo studio ed al completamento della propria formazione politica. Dal 1933, rientrato a Foiano, riprende la propria attività di artigiano, è costantemente vigilato dalla polizia ma continua ad agire, per quanto possibile, nella clandestinità, tant'è che già all'indomani dell'8 settembre 1943 Gervasi è attivo nelle file della Resistenza toscana, come presidente del C.L.N. di Foiano. Dopo la Liberazione è sindaco di Foiano, collabora a "l'Unità" e a "La Nazione del popolo" e viene eletto deputato all'Assemblea Costituente. Nella prima legislatura repubblicana (1948-53) è eletto senatore e rieletto nella seconda (1953-58). Fra i fondatori della Confederazione nazionale dell'artigianato ne diventa presidente. Come amministratore sarà ancora sindaco a Foiano e vicesindaco ad Arezzo nel 1957.