Giorgio Iaksetich "Adriano"
Giorgio Iaksetich nasce a Trieste il 16 luglio 1901 da una famiglia operaia. Compie gli studi al Politecnico di Torino, città nella quale si iscrive dapprima al Psi, e in seguito al Pcdi.
Subisce la persecuzione politica fascista a partire dal 1924. Arrestato e ammonito nel 1926, viene processato nel 1927 e inviato al confino all'isola di Ponza dopo un anno e mezzo di carcere.
Ricercato anche dopo il suo rilascio dal confino, dal 1931 vive clandestinamente in Austria, Svizzera, Belgio, Lussemburgo e in Francia. Lì partecipa all'attività di un comitato di aiuto ai volontari garibaldini all'inizio della guerra di Spagna, finché non entra a far parte della XII Brigata internazionale Garibaldi.
Ferito in combattimento e costretto a lasciare la Spagna dopo la vittoria di Franco, subisce l'internamento in Francia come altri combattenti delle Brigate internazionali.
Al suo ritorno in Italia viene confinato all'isola di Ventotene, dove è ancora il 25 luglio 1943 alla caduta del fascismo. A causa del suo cognome sloveno, Giorgio Iaksetich non viene liberato come altri confinati politici, ma inviato nel campo di Renicci, presso Arezzo, che può abbandonare solamente dopo l'8 settembre 1943 per raggiungere la sua famiglia, sfollata a Monfalcone.
Tornato nella propria regione, Giorgio Iaksetich entra in contatto con gli altri dirigenti locali del partito comunista. Nell'aprile 1944, ricercato dalla polizia nazista, si unisce ai partigiani. Ricopre l'incarico di membro del Comando paritetico italo-sloveno, tra le Brigate Garibaldi e il Comando del IX Corpo d'armata sloveno, in seno al quale si occupa della Brigata partigiana Garibaldi Trieste (nota come Brigata d'assalto "Triestina") e del Battagline partigiano "Alma Vivoda".
Torna definitivamente a Trieste nel 1971, e vi si spegne il 20 marzo 1987.