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2 dicembre 1943

Mia cara mamma
Io penso sempre a te e mi duole tanto tanto saperti dolente per me, non dubitare per me perché io sono sempre il solito figlio di tanti anni or sono e vorrò sempre bene a mia madre e non vivo che per lei.
Oggi ho pianto tanto sopra alla tua lettera e mi rincresce che tu non abbia fiducia in me.
Io ricordo, non dubitare, mio padre, colui che mi chiamava sempre, mio "paci" mi ricordo di mia sorella delle sue raccomandazioni e ora mi tornano alla mente più di prima e non dubitare saranno sempre vive in me, come dei comandamenti e di te mammina ricordo, le tue ammonizioni quando mancavo in qualche cosa le battiture, non ti rimprovero mamma perché le trovo giuste e come mi ricordo come te, quando s'andava sempre insieme fuori e mi stringevi sempre a mia madre e mi vergognavo, la mia cara mamma, come vorrei che tu mi parlassi sempre come scrivi, per farmi piangere dal ricordo.
Lo riconosci anche tu vero che ho lavorato con passione finché sono stato piccolo. Ma poi nel crescere la zia, i racconti di mio padre, i miei concorsi non premiati perché ero figlio di uno che non era partigiano per loro, mi ha tutto questo inacidito mi ha fatto in un primo tempo pensare alla vendetta, ma ero cristiano e questo, Cristo non lo vuole, allora ho detto di non odiare ma di fare il tutto perché sparisse questo maledetto "partito".
Mio padre il mio povero padre tanto buono, tanto intelligente che mi lasciò che ero ancora giovane e come tu ti ricordi quando furono gli ultimi attimi le gridavo al letto: "babbo, babbo", perché sapevo che perdendo lui perdevo la guida sicura che ci voleva per me uomo, lui che mi doveva insegnare quale era il partito giusto e quale era la strada che dovevo prendere. Io sono cristiano devoto, tu lo sai, ma se un giorno mi mancherai, quando io tornerò chissà se sarò sempre ancora cristiano? Mamma cerca di curarti, svagati, prega per me affinché tutto finisca presto, fa che io quando torni ti possa trovare bene e possiamo stare sempre insieme, lavorando come gli anni addietro.
Non devi stare in pena, comprendo quanto tu soffra, ma devi tenerti bene perché io impazzirei se al mio ritorno non ti trovassi; doventerei feroce.
Perdonami mamma, ma era questo il mio destino, non avrei mai potuto restare sotto un giogo che è durato quasi 20 anni e che ha fatto finire mio padre e le mie sorelle.
Mamma la Patria è dopo Dio, lo sai, e se tu sei italiana e sei mia madre devi amare questa terra che si calpesta e che è la nostra madre patria per la quale tanti hanno sofferto e hanno versato tanto sangue, non devi soffrire, ma devi pensare che tuo figlio è lontano perché vuoi dare una Patria ai figli che domani nasceranno e dargli una Patria che ci sia la pace e la giustizia.
Tu non vuoi che sia comunista e io non lo sono più, sono solamente un italiano che vuole la sua Patria libera e in pace e cristiana, perché solamente quando tutti crederanno si avrà una pace lunga.
L'otto dicembre faccio la comunione. Saluta l'Arciprete, il Cocco, dì al Sor Luigi che la bicicletta è al sicuro e che sarà spedita al più presto è pericoloso spedirla così.
Saluta il Rosati che sento ti ha tante cure e digli che io sento dì volergli bene come a un fratello, perché vuoi bene a te.
Un abbraccio al Rosati, e di Ovidio che n'è? Ti bacia tanto con affetto il tuo Licio.