La battaglia di Cetica
Una nota di Enzo Droandi
Occupandomi, sul piano storico, delle vicende belliche nell'area della Toscana orientale, ho avuto la ventura di leggere, per esempio, testi di una memorialistica britannica che ignora l'azione partigiana, perfino sul fronte e, che, se rammenta la componente partigiana, la liquida con frasi del tipo "...una guida fu gravemente ferita...". Ma mi è capitato, invece, di consultare documenti tedeschi pieni di notizie di terrore per le azioni partigiane, e di trovarvi frasi come "...il 2° Battaglione del III Reggimento Brandenburg ha il primo scontro con Bande ben agguerrite e ben guidate nella zona ad occidente di Poppi...".
Il che significa che - per la storia della resistenza - sono sovente più chiari i documenti germanici di quelli di altra provenienza. La frase citata si trova alla pag. 88 (29 giugno 1944) del Diario di guerra della 10a Armata tedesca, ed ha un seguito in un allegato (n. 867) nel quale si legge: "...nella zona di Cetica (Poppi)... combattimento ... fra II/3. Brandenburg e Banditi - 45 banditi fucilati e fatto un prigioniero ... Prese due bandiere della 22a Sturmbrigade Garibaldi ... Località Cetica incendiata. Forza delle Bande 350 uomini come minimo. Banda ben addestrata e ben guidata. Nel combattimento della Valle della Scheggia (Poppi) fucilati altri dieci banditi...".
A parte il fatto che le perdite di partigiani (ed, in specie, di civili uccisi) furono inferiori a quanto i tedeschi annotarono, resta il fatto che questi ed altri passi dei documenti - tuttora inediti ma da noi tradotti - asseverano e confermano la diaristica e la memorialistica partigiana relativa alla battaglia di Cetica, nel Pratomagno.
Questi documenti tedeschi ci dicono che la battaglia difensiva di Potente (Divisione Arno - XXII Brigata Lanciotto - 29.6.44 ore 6) su Cetica, non solo dette risultato, ma anche che fu il presupposto per il contrattacco del pomeriggio, che costrinse i tedeschi a ritirarsi. C'è da aggiungere: i tedeschi non riuscirono a scavalcare la dorsale del Pratomagno ed a congiungersi con le forze provenienti dal Valdarno superiore.
La memorialistica partigiana si combina perfettamente con la diaristica tedesca a noi nota, ed anche con testimonianze locali dell'epoca (es.: Padre Buffadini, camaldolese, 1946) che attestano perfino l'uso di artiglierie contro i Partigiani, uso che si ripeté il 4 luglio 1944 a nord di San Giustino Valdarno dopo l'eccidio di "Villa La Grotta".
E ci dice anche - la diaristica tedesca - che nel Pratomagno i germanici impiegarono anche reparti composti da italiani, ed, ancora, che gli scritti partigiani che parlano di attaccanti "travestiti" (che chi scrive queste note, in passato, aveva giudicato frutto di relazioni fantasiose!) narrano l'esatta verità.
Ci dice anche che, per la sola zona Aretina, Kesselring dove distogliere dal fronte - laddove gli sarebbero state preziose - le unità 2° e 16° Brandenburg, la 94a Div. Fanteria, la 114a Cacciatori, parte della 44a Divisione, nonché altri reparti minori od impiegati casualmente contro i partigiani.
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